Il futuro della bioenergia
Senza l’utilizzo delle biomasse, la transizione energetica in Alto Adige e in Italia non sarebbe possibile: in occasione del convegno organizzato dalla Federazione di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, la quale rappresenta le imprese che operano nella filiera biomassa-energia. FIPER e dalla Federazione Energia Alto Adige SEV presso il NOI Techpark di Bolzano, oggi esperti italiani e internazionali hanno discusso dell’utilizzo del legno per le bioenergie, della gestione delle foreste e dell’importanza delle biomasse per raggiungere un’autonomia energetica rispettosa del clima. “Tre decenni fa sono stati progettati i primi impianti di riscaldamento a biomassa sul nostro territorio e si può dire che questo passo coraggioso sia stato l’inizio di un percorso vincente”, afferma il presidente dalla Federazione Energia Alto Adige e vicepresidente di FIPER Hanspeter Fuchs. “Oggi la biomassa utilizzata nelle 46 centrali di teleriscaldamento altoatesine che fanno parte della SEV proviene quasi interamente dai nostri boschi altoatesini e siamo un esempio, anche per le altre regioni italiane”.
Al convegno di Bolzano erano presenti, tra gli altri, l'assessore provinciale all’ambiente e all’Energia Giuliano Vettorato, l’onorevole Alessandro Urzì, la direttrice generale del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Alessandra Stefani, la direttrice dell’associazione di settore Bioenergy Europe Irene Di Padua, il direttore del Centro Nazionale di Ricerca sulle Biomasse all’Università di Perugia, Franco Cotana, nonché – in videomessaggio – il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e l'europarlamentare Herbert Dorfmann.
Senza biomassa non si tutela il clima: nei negoziati in corso per la modifica della Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED III), il Consiglio Europeo, la Commissione UE e il Parlamento UE hanno concordato nel continuare a riconoscere la biomassa legnosa – seppur con delle restrizioni – come energia rinnovabile. I dati parlano chiaro: l’Italia dispone di 31.700 tonnellate di biomassa all’anno, che potrebbero sostituire l’importazione di 13 miliardi di metri cubi di gas naturale. Il risparmio potenziale raggiungerebbe il 40% dei costi di importazione del gas russo nel 2021. Oltre al risparmio finanziario, si avrebbe un ulteriore importante vantaggio: con un uso più efficiente della biomassa, l’Italia potrebbe fare un grande passo per la transizione energetica e l’indipendenza energetica da altri Paesi, abbandonando l’energia fossile.
“In Italia abbiamo oltre 12 milioni di ettari di foreste, ma meno del 30% della biomassa prodotta viene effettivamente raccolta in queste aree, spesso trascurate o non gestite”, spiega Franco Cotana. Con un uso coerente delle proprie risorse legnose e l’applicazione di tecnologie innovative, nel 2050 l’Italia potrebbe coprire un terzo del proprio fabbisogno energetico con il legno processato. Oggi il legno viene utilizzato in diversi modi, dai biocarburanti all’edilizia, fino alla produzione di idrogeno.
Al convegno di Bolzano erano presenti, tra gli altri, l'assessore provinciale all’ambiente e all’Energia Giuliano Vettorato, l’onorevole Alessandro Urzì, la direttrice generale del Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Alessandra Stefani, la direttrice dell’associazione di settore Bioenergy Europe Irene Di Padua, il direttore del Centro Nazionale di Ricerca sulle Biomasse all’Università di Perugia, Franco Cotana, nonché – in videomessaggio – il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e l'europarlamentare Herbert Dorfmann.
Senza biomassa non si tutela il clima: nei negoziati in corso per la modifica della Direttiva sulle Energie Rinnovabili (RED III), il Consiglio Europeo, la Commissione UE e il Parlamento UE hanno concordato nel continuare a riconoscere la biomassa legnosa – seppur con delle restrizioni – come energia rinnovabile. I dati parlano chiaro: l’Italia dispone di 31.700 tonnellate di biomassa all’anno, che potrebbero sostituire l’importazione di 13 miliardi di metri cubi di gas naturale. Il risparmio potenziale raggiungerebbe il 40% dei costi di importazione del gas russo nel 2021. Oltre al risparmio finanziario, si avrebbe un ulteriore importante vantaggio: con un uso più efficiente della biomassa, l’Italia potrebbe fare un grande passo per la transizione energetica e l’indipendenza energetica da altri Paesi, abbandonando l’energia fossile.
“In Italia abbiamo oltre 12 milioni di ettari di foreste, ma meno del 30% della biomassa prodotta viene effettivamente raccolta in queste aree, spesso trascurate o non gestite”, spiega Franco Cotana. Con un uso coerente delle proprie risorse legnose e l’applicazione di tecnologie innovative, nel 2050 l’Italia potrebbe coprire un terzo del proprio fabbisogno energetico con il legno processato. Oggi il legno viene utilizzato in diversi modi, dai biocarburanti all’edilizia, fino alla produzione di idrogeno.