Comunicato stampa 14.07.2015 - Tutela delle risorse idriche: Disattese le indicazioni del panel di esperti
La Giunta provinciale ha stabilito oggi i criteri per l’individuazione dei tratti d’acqua particolarmente sensibili nell’ambito della legge sulle concessioni emanata in febbraio e, purtroppo, le indicazioni del panel di esperti sull’energia non sono state prese in considerazione. SEV non può in alcun modo essere d’accordo con tale decisione: ribadiamo ancora una volta con decisione che SEV intende ovviamente promuovere la tutela ambientale e delle risorse idriche altoatesine, ma auspicando un iter più flessibile e meno burocratico, in favore di una produzione di energia idroelettrica sostenibile ed ecologica nella nostra provincia.
Sono due i punti essenziali per cui la Giunta provinciale non ha dato seguito alla commissione di esperti. Il primo concerne
la determinazione di un quantitativo minimo di acqua residua pari a 50 litri al secondo per le acque con un bacino inferiore ai sei km, quale presupposto per lo sfruttamento idroelettrico. Il tavolo di esperti, per contro, si era espresso a maggioranza su un valore minimo di 40 litri al secondo. Occorre considerare che il parametro oggi definito, alla luce del flusso idrico ridotto nei mesi invernali, esclude automaticamente innumerevoli risorse idriche altoatesine come sede di nuovi impianti.
Il secondo punto riguarda la decisione in base a cui le acque, i cui tratti di flusso non edificati sono inferiori al 50 percento del corso complessivo, sono parimenti escluse in futuro dallo sfruttamento idroelettrico. Il panel di esperti si era espresso a maggioranza sulla cancellazione di tale valore limite. Sta dunque ai progettisti dimostrare che un ulteriore sfruttamento non comporta alcun peggioramento dello stato delle acque. Inoltre, la sostenibilità ambientale dei progetti inerenti centrali idroelettriche viene verificata dalla Conferenza dei servizi, rendendo la definizione delle soglie superflua. Il panel di esperti si era dichiarato favorevole all’assunzione di decisioni individuali sui singoli progetti. Le risorse idriche interessate dovrebbero perciò essere classificate esclusivamente come potenzialmente sensibili.
Sono due i punti essenziali per cui la Giunta provinciale non ha dato seguito alla commissione di esperti. Il primo concerne
la determinazione di un quantitativo minimo di acqua residua pari a 50 litri al secondo per le acque con un bacino inferiore ai sei km, quale presupposto per lo sfruttamento idroelettrico. Il tavolo di esperti, per contro, si era espresso a maggioranza su un valore minimo di 40 litri al secondo. Occorre considerare che il parametro oggi definito, alla luce del flusso idrico ridotto nei mesi invernali, esclude automaticamente innumerevoli risorse idriche altoatesine come sede di nuovi impianti.
Il secondo punto riguarda la decisione in base a cui le acque, i cui tratti di flusso non edificati sono inferiori al 50 percento del corso complessivo, sono parimenti escluse in futuro dallo sfruttamento idroelettrico. Il panel di esperti si era espresso a maggioranza sulla cancellazione di tale valore limite. Sta dunque ai progettisti dimostrare che un ulteriore sfruttamento non comporta alcun peggioramento dello stato delle acque. Inoltre, la sostenibilità ambientale dei progetti inerenti centrali idroelettriche viene verificata dalla Conferenza dei servizi, rendendo la definizione delle soglie superflua. Il panel di esperti si era dichiarato favorevole all’assunzione di decisioni individuali sui singoli progetti. Le risorse idriche interessate dovrebbero perciò essere classificate esclusivamente come potenzialmente sensibili.