Colloqui sull’energia in Consiglio provinciale
Hanspeter Fuchs e Rudi Rienzner, rispettivamente presidente e direttore di SEV, si sono incontrati nella sede del Consiglio provinciale con Arnold Schuler, vicepresidente della Giunta, e il consigliere Franz Locher, per concordare una serie di incontri in materia energetica. In tale occasione SEV ha consegnato un memorandum che raccoglie alcune richieste sostanziali dell’organizzazione ombrello delle piccole e medie aziende energetiche. “Abbiamo scelto questa strada”, ha affermato il direttore Rudi Rienzner, “perché ci manca il supporto della Giunta provinciale: compito della politica sarebbe proprio quello di tenere in debita considerazione le questioni che stanno a cuore alle aziende altoatesine, offrendo il proprio sostegno. L’ambito che fa capo a SEV corrisponde al 30 percento del panorama energetico altoatesino”.
Nel suo memorandum, SEV fa rilevare che i “fondi per l’ambiente” nell’assegnazione di nuove concessioni alle aziende
idroelettriche di medie dimensioni, in base a calcoli propri, corrisponderebbero già al dieci percento degli introiti annuali, mettendo a repentaglio la redditività degli impianti. Inoltre, a causa della crisi del coronavirus e del crollo dei prezzi energetici, la Federazione chiede il differimento di tasse e imposte a carico delle centrali idroelettriche. Per fare un confronto, il 26 marzo scorso, in Lombardia era stato richiesto un rinvio di tasse e imposte, che la giunta regionale aveva accolto il 31 marzo. In merito alla pandemia di COVID-19 e alle sue conseguenze, tra marzo e giugno il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica (PUN) ha subito una flessione del 50 percento. Il 30 luglio, SEV ha pertanto invitato per iscritto la Giunta provinciale a indicizzare il computo del canone dell’acqua 2020 non alla (immutata) potenza nominale media delle centrali, bensì all’andamento del PUN.
Infine, in sede di assegnazione di nuove concessioni o di proroga di quelle esistenti per le derivazioni idriche, ai fini della produzione di energia elettrica, era stato aumentato sensibilmente il quantitativo di acqua residua che deve essere garantito dai concessionari, riducendo così quella a disposizione delle centrali. Nel suo documento, SEV aveva fatto notare che la produzione di alcune aziende, a causa di tale misura, era calata di quasi il 20 percento. “La Provincia potrebbe intervenire con
contributi a favore degli investimenti finalizzati all’aumento dell’efficienza degli impianti”, ha commento Hanspeter Fuchs, presidente di SEV, “consentendo così di mantenere inalterato il volume della produzione, nonostante i quantitativi di acqua residua più elevati. La Federazione è inoltre favorevole al prolungamento della durata delle concessioni per le centrale idroelettriche, portandola ad almeno 40 anni. “Nella valutazione di una richiesta finanziaria per nuovi progetti”, ha concluso Rienzner, “le banche prendono in considerazione soprattutto il periodo della concessione”. Con l’attuale finestra trentennale,
sarebbe praticamente “impossibile gestire in maniera economicamente efficiente” le centrali di nuova costruzione.
Nel suo memorandum, SEV fa rilevare che i “fondi per l’ambiente” nell’assegnazione di nuove concessioni alle aziende
idroelettriche di medie dimensioni, in base a calcoli propri, corrisponderebbero già al dieci percento degli introiti annuali, mettendo a repentaglio la redditività degli impianti. Inoltre, a causa della crisi del coronavirus e del crollo dei prezzi energetici, la Federazione chiede il differimento di tasse e imposte a carico delle centrali idroelettriche. Per fare un confronto, il 26 marzo scorso, in Lombardia era stato richiesto un rinvio di tasse e imposte, che la giunta regionale aveva accolto il 31 marzo. In merito alla pandemia di COVID-19 e alle sue conseguenze, tra marzo e giugno il prezzo unico nazionale dell’energia elettrica (PUN) ha subito una flessione del 50 percento. Il 30 luglio, SEV ha pertanto invitato per iscritto la Giunta provinciale a indicizzare il computo del canone dell’acqua 2020 non alla (immutata) potenza nominale media delle centrali, bensì all’andamento del PUN.
Infine, in sede di assegnazione di nuove concessioni o di proroga di quelle esistenti per le derivazioni idriche, ai fini della produzione di energia elettrica, era stato aumentato sensibilmente il quantitativo di acqua residua che deve essere garantito dai concessionari, riducendo così quella a disposizione delle centrali. Nel suo documento, SEV aveva fatto notare che la produzione di alcune aziende, a causa di tale misura, era calata di quasi il 20 percento. “La Provincia potrebbe intervenire con
contributi a favore degli investimenti finalizzati all’aumento dell’efficienza degli impianti”, ha commento Hanspeter Fuchs, presidente di SEV, “consentendo così di mantenere inalterato il volume della produzione, nonostante i quantitativi di acqua residua più elevati. La Federazione è inoltre favorevole al prolungamento della durata delle concessioni per le centrale idroelettriche, portandola ad almeno 40 anni. “Nella valutazione di una richiesta finanziaria per nuovi progetti”, ha concluso Rienzner, “le banche prendono in considerazione soprattutto il periodo della concessione”. Con l’attuale finestra trentennale,
sarebbe praticamente “impossibile gestire in maniera economicamente efficiente” le centrali di nuova costruzione.